

Chirurgia robotica in Italia: nuove applicazioni e vantaggi clinici
La prima applicazione della chirurgia robotica risale al 1985, quando il robot PUMA 200 venne utilizzato in ambito neurochirurgico: si trattava di un braccio robotico industriale sviluppato tra gli anni ’60 e ’70. Oggi la chirurgia robotica è protagonista degli interventi più innovativi: come quello svolto di recente presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, dov’è stata eseguita una tiroidectomia parziale utilizzando il robot Da Vinci per asportare parte della tiroide di una paziente.
È stata oltretutto straordinaria l’applicazione della chirurgia robotica nell’ambito di quella otologica: presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Siena sono stati eseguiti di recente tre interventi di impianto cocleare in pazienti colpiti da sordità profonda. È stata la prima volta nel nostro Paese. Altri ambiti di applicazione riguardano la chirurgia bariatrica e metabolica, laparoscopica, toracica, urologica.
Quali sono i vantaggi della chirurgia robotica?
La chirurgia robotica sta evolvendo rapidamente, con tecnologie ormai consolidate che, se supportate da una formazione adeguata del personale medico, promettono di ottimizzare significativamente i risultati degli interventi, offrendo vantaggi indiscussi per i pazienti. La chirurgia robotica migliora la qualità del gesto chirurgico, consentendo ai chirurghi di eseguire operazioni con una precisione senza precedenti. Le piattaforme robotiche avanzate permettono di miniaturizzare i movimenti delle mani del medico, aumentando la precisione, la sicurezza e l’efficacia degli interventi. L’affermazione delle tecniche robotiche si sta consolidando con una rapidità sorprendente e, come già accennato, in numerosi ambiti.
Il Prof. Cosimo De Nunzio sulla chirurgia robotica
La chirurgia robotica è utilizzata in particolare nella gestione delle neoplasie urologiche: gli interventi al tumore del rene o di prostatectomia radicale ne sono un esempio. Oggi stanno emergendo nuove e diverse piattaforme robotiche, una varietà che favorirebbe l’abbassamento dei costi a livello nazionale. Ne ha parlato a HealthVerse Cosimo De Nunzio, Prof. Associato di Urologia presso l’Università degli studi di Roma “La Sapienza” ed Editor in Chief della rivista scientifica Prostate Cancer and Prostatic Diseases. Sempre a Roma, è Dirigente Medico Urologo della Divisione di Urologia dell’Ospedale Sant’Andrea, ricoprendo una posizione di alta specializzazione in chirurgia robotica. Secondo il Prof. De Nunzio, a volte sono gli stessi pazienti a richiedere interventi di chirurgia robotica, essendo mininvasiva: accorcia i tempi di degenza e assicura un ritorno più veloce alla vita di tutti i giorni.
Un quesito interessante riguarda la necessità di applicare la chirurgia robotica a tutti i pazienti che ne fanno richiesta. Ed è qui che si rivela fondamentale la figura dell’urologo: per il Prof. De Nunzio, bisogna evitare di cavalcare a tutti i costi il trend attuale della chirurgia robotica e basarsi, piuttosto, sulla diagnosi che si fa al paziente e di qui individuare il trattamento corretto. Inoltre, “la chirurgia robotica permette di migliorare il training dei giovani urologi con una curva di apprendimento più rapida rispetto alla chirurgia open e alla chirurgia laparoscopica. Dunque, diventerà il principale approccio chirurgico soprattutto per la gestione delle patologie neoplastiche in ambito urologico”, ha affermato il Prof. De Nunzio in una video intervista rilasciata a HealthVerse e fruibile su Area riservata.