Si ricomincia a fare i conti con i classici disturbi di stagione: nasi che colano, tosse che non dà tregua e notti agitate. È ufficialmente arrivato l’autunno. Soprattutto per i più piccoli: con il rientro in scuola aumentano i contatti sociali e, di conseguenza, la circolazione dei virus respiratori. In questo periodo, i genitori lo sanno che l’aerosol torna ad avere un posto fisso sul comodino. Quali sono i benedici dell’aerosolterapia nei piccoli pazienti pediatrici?
Aerosolterapia: cos’è, come funziona e perché è utile per le malattie respiratorie
L’aerosolterapia è un trattamento che consente di somministrare farmaci direttamente alle vie respiratorie, sotto forma di minuscole particelle liquide, attraverso l’inalazione di una nebbiolina generata da appositi dispositivi. È piuttosto utilizzata, soprattutto in età pediatrica, per trattare patologie acute e croniche delle vie aeree, grazie alla sua efficacia, rapidità d’azione e sicurezza. Tuttavia, per ottenere i benefici attesi, dev’essere utilizzata nel modo corretto e sempre sotto prescrizione medica.
Il meccanismo della nebbiolina
L’aerosol è il risultato della trasformazione di una soluzione liquida contenente farmaci o sostanze saline in una nube di microparticelle. Questa nebbiolina, se inalata, riesce a raggiungere in profondità le vie respiratorie (dai bronchi fino ai polmoni), facendo sì che il principio attivo agisca direttamente sull’area interessata. È proprio grazie alla somministrazione topica e localizzata che si ottengono concentrazioni molto elevate del farmaco nel punto da trattare, riducendo il rischio di effetti collaterali sistemici e velocizzando l’efficacia della terapia.
Perché l’aerosolterapia è particolarmente indicata nei bambini
Nei bambini piccoli, che spesso hanno difficoltà a coordinare la respirazione con l’uso di spray o inalatori, la nebulizzazione è una soluzione efficace e sicura. I nebulizzatori, infatti, non richiedono una respirazione attiva e consentono di somministrare il farmaco anche in presenza di respirazione rapida, superficiale o compromessa. Questo è fondamentale, per esempio, durante episodi di broncospasmo o asma acuta, condizioni in cui l’aria fatica a passare nei bronchi a causa di infiammazione ed edema. Ma soprattutto, la nebulizzazione può essere utilizzata fin dai primi mesi di vita, grazie alla possibilità di impiegare accessori pediatrici come mascherine morbide, forcelle nasali o boccagli, che facilitano l’aderenza alla terapia anche nei neonati.
Quando è indicata l’aerosolterapia: le principali patologie respiratorie
L’aerosolterapia è indicata per un ampio spettro di patologie respiratorie, sia delle alte sia delle basse vie aeree. Tra queste, le più comuni sono l’asma bronchiale, bronchiti e bronchioliti, broncospasmi e broncopolmoniti, rinite allergica o virale, laringite e faringite, otite, sinusite, e persino apnee ostruttive del sonno. Nei bambini affetti da asma, inoltre, l’aerosolterapia è la base del trattamento sia nella fase acuta, perché migliora in breve tempo i sintomi come tosse, affanno e respiro sibilante, sia nella sua gestione a lungo termine.
Scegliere il giusto dispositivo è importante
Gli apparecchi per l’aerosolterapia non sono tutti uguali: ognuno ha caratteristiche specifiche in base al tipo di farmaco da somministrare, alla sua velocità d’azione e alle “capacità” del piccolo paziente. La scelta del dispositivo è dunque un passaggio fondamentale per l’efficacia del trattamento.
Tra i più diffusi troviamo i nebulizzatori pneumatici, adatti a tutte le fasce di età perché estremamente versatili. Questi apparecchi sono composti da un’ampolla che contiene la soluzione da nebulizzare, un compressore che genera l’aria compressa necessaria alla nebulizzazione, un tubicino che collega il sistema agli accessori (come maschera o boccaglio) e un’alimentazione a batteria o rete elettrica.
A seconda delle caratteristiche del farmaco e del distretto respiratorio da raggiungere, il pediatra può, tra l’altro, consigliare anche l’uso di spray predosati (pMDI) con distanziatore o inalatori a polvere secca (DPI), più adatti ai bambini più grandi o agli adulti collaboranti.
Aerosol sì, ma solo su indicazione del pediatra
Nonostante possa apparire una soluzione molto semplice, specie per la sua praticità, non bisogna dimenticare che l’aerosolterapia è a tutti gli effetti una terapia farmacologica: dev’essere prescritta dal pediatra, che valuta attentamente la patologia, le condizioni del bambino e il tipo di farmaco da somministrare. Se i genitori scelgono autonomamente e liberamente di utilizzarlo, la cura può essere vana.
L’aerosolterapia non è solo un rimedio per la tosse. È una terapia mirata, efficace e sicura, se usata nel modo giusto. In età pediatrica si rivela la soluzione ideale per trattare numerose malattie delle vie respiratorie, acute o croniche, riducendo i tempi di guarigione e migliorando la qualità della vita del bambino. Ma questo è possibile soprattutto grazie alla piena collaborazione dei genitori, che dovrebbero evitare l’autosomministrazione.
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