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Prevenzione e salute della prostata: segnali da non sottovalutare dopo i 50 anni

La salute della prostata è un tema cruciale per gli uomini sopra i 50 anni: prevenire significa proteggere il benessere quotidiano, ridurre il rischio di patologie benigne e identificare in maniera precoce eventuali forme tumorali. In Italia, meno del 20% degli uomini si sottopone regolarmente a una visita urologica di prevenzione. Infatti, 9 uomini su 10 consultano uno specialista solo in presenza di gravi sintomi (fonte: Humanitas Medical Care). Eppure, dopo i 50 anni, un approccio proattivo può davvero fare la differenza.

Quali sono i segnali da non sottovalutare

Anche alcune patologie benigne possono influire sulla qualità della vita in modo significativo:

  • Ipertrofia prostatica benigna, che riguarda 6 milioni di uomini sopra i 50 anni; la diagnosi aumenta dal 40% al 50% tra i 51 e i 60 anni (fonte: Regione Lombardia). Si manifesta con minzione frequente, risvegli notturni per urinare, urgenza, flusso debole o interrotto
  • Prostatite (infiammazione della prostata): un’altra condizione comune—il 10–14% degli uomini ne soffre almeno una volta (fonte: Regione Lombardia). Le forme croniche possono compromettere seriamente la qualità di vita, interferire con la fertilità e mascherare sintomi più gravi

Negli stadi iniziali, il tumore della prostata è spesso asintomatico e può causare sintomi simili all’ipertrofia: frequente minzione, difficoltà di flusso, sangue nelle urine o dolore. Quando invece raggiunge uno stadio più avanzato può provocare dolori ossei o compressione midollare. 

Perché la diagnosi precoce è importante

Diagnosticare precocemente il tumore della prostata aumenta la possibilità che la cura si riveli efficace, preservando funzionalità e qualità di vita. Lo screening include sempre l’esame del PSA (Antigene Prostatico Specifico), che consiste in un semplice prelievo ematico. Questo esame non è raccomandato a tutti indistintamente, ma è consigliato a partire dai 50 anni, se non ci sono fattori di rischio. Nei soggetti con familiarità per carcinoma della prostata o mutazioni genetiche (per esempio BRCA) l’esame del PSA è indicato già tra i 40 e i 45 anni.

Cosa fare se il PSA è elevato

È opportuno precisare che il PSA può essere elevato (ossia superiore a 4 ng/ml) anche in caso di infiammazioni, infezioni o ipertrofia. In presenza di un valore elevato, è doveroso approfondire con una visita urologica che può includere: 

  • Risonanza magnetica multiparametrica (mpMRI), che aiuta a distinguere noduli benigni da quelli sospetti
  • Una biopsia 

In Italia, oltre il 90 % dei casidi tumore della prostata viene diagnosticato in fase iniziale, con alte probabilità di cura o sopravvivenza a lungo termine (fonte: Corriere della Sera). Sono disponibili diverse opzioni terapeutiche: chirurgia, radioterapia, brachiterapia, ormonoterapia, e più recenti farmaci sistemici. Esse sono decise da team multidisciplinari.

È bene aggiungere che anche lo stile di vita è importante: condurre una vita attiva e sanagiova alla salute della prostata.

Dopo i 50 anni, la prevenzione urologica è una scelta di responsabilità e soprattutto di cura verso sé stessi. I segnali più comuni sopra citati, possono nascondere condizioni che variano dall’infiammazione benigna fino al tumore della prostata. Sottoporsi a programmi di screening e a visite di follow up regolari con lo specialista sono strumenti indispensabili per la diagnosi precoce. È bene aggiungere che anche lo stile di vita è importante: mantenersi attivi facendo sport e seguire un’alimentazione sana, sono fattori importanti per preservare anche la salute della prostata.

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