Intervista a Maurizio Brausi

Maurizio Brausi, presidente del Collegio Italiano dei Chirurghi, evidenzia le sfide del sistema sanitario italiano, tra cui carenza di medici, formazione lenta e denunce legali, proponendo l’uso dell’IA e commissioni super partes per migliorare efficienza e sicurezza.
Intervista a Patrizia Giannatempo

In questo video, Patrizia Giannatempo (I.R.C.C.S. Ospedale San Raffaele, Milano) sostiene che il trattamento per i tumori delle vie urinarie superiori prevede carboplatino o cisplatino con gemcitabina, con dosaggio frazionato per pazienti con funzionalità renale borderline.
Intervista a Andrea Necchi

In questo video, Andrea Necchi (Unità di Oncologia Medica dei tumori genito-urinari I.R.C.C.S Ospedale San Raffaele, Milano) sostiene che l’immunoterapia combinata con anticorpi immunoconiugati può essere efficace per il carcinoma vescicale, ma la selezione dei pazienti e le tossicità sono fattori chiave.
Intervista a Luigi Filippo Da Pozzo

In questo video, Luigi Filippo Da Pozzo (Urologia, Ospedale di Bergamo) sostiene che la terapia per il carcinoma prostatico oligo-metastatico, principalmente con radioterapia e terapia ormonale, cronicizza la malattia e migliora la qualità della vita, con risultati promettenti, anche se una cura definitiva rimane incerta.
Intervista a Orazio Caffo

In questo video, Orazio Caffo (U.O. Oncologia Medica Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, Trento) sostiene che la scelta del trattamento per il carcinoma prostatico resistente dipende dalle caratteristiche del paziente e della malattia, considerando opzioni come chemioterapia, ormonoterapia avanzata e inibitori PARP.
Intervista a Ciro Imbimbo

In questo video, Ciro Imbimbo (S.C. Andrologia Chirurgia, Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II”) afferma che l’80% dei pazienti sottoposti a intervento chirurgico per BOO mostra un miglioramento della funzione sessuale, grazie a un sonno migliore che favorisce le erezioni spontanee e all’eliminazione di farmaci con effetti collaterali sessuali.
Intervista a Thomas Zilli

In questo video, Thomas Zilli (Clinica di Radio-oncologia, Istituto Oncologico della Svizzera italiana, EOC Bellinzona) afferma che il trattamento radioterapico per il carcinoma prostatico ad alto rischio prevede l’inclusione dei linfonodi pelvici, i focal boost con PET-PSMA e l’ormonoterapia con abiraterone, per migliorare il controllo della malattia.
Intervista a Luca Cindolo

In questo video, Luca Cindolo (Urologia, Villa Stuart, Roma) sostiene che le tecniche per mantenere l’eiaculazione nei pazienti ostruiti includono la termoterapia con vapore, il lift uretrale e stent, tutte personalizzabili in base alla morfologia prostatica e al profilo di ogni paziente.
Intervista a Mauro Gacci

In questo video, Mauro Gacci (Chirurgia urologica robotica e dei trapianti renali, A.O.U.C. Careggi, Dipartimento di medicina sperimentale e clinica, Università di Firenze) sostiene che l’uretro-cistoscopia non è un esame di routine per l’ostruzione cervico-prostatica, ma può essere indicata in pazienti con stenosi uretrale, patologie vescicali o sospetti di neoplasie e calcoli che causano il sanguinamento.
Intervista a Gianluca Giannarini

In questo video, Gianluca Giannarini (S.O.C. Clinica Urologica, Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale, Udine) approfondisce il carcinoma prostatico ad alto rischio, definito da PSA>20, tumore palpabile o grading aggressivo (ISUP 4-5). L’uso crescente della risonanza magnetica ha migliorato la diagnosi e l’identificazione di tumori più aggressivi.
Intervista a Andrea Tubaro

In questo video, Andrea Tubaro (U.O.C. Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea di Roma) spiega che la terapia per un paziente con IPSS di 18 e prostata di 55 dipende dalle linee guida e dalle preferenze individuali. Se il rischio di ritenzione è elevato, si preferisce evitare l’intervento chirurgico, mentre per sintomi irritativi si può optare per una terapia combinata. La scelta terapeutica deve essere personalizzata e rivalutata periodicamente.
Intervista a Maurizio Colecchia

In questo video, Maurizio Colecchia (Anatomia Patologica Università Vita Salute San Raffaele, I.R.C.C.S Ospedale San Raffaele Milano) parla del carcinoma prostatico Gleason Score 3+3, una neoplasia a basso rischio che può tuttavia presentare alterazioni molecolari e, nel 35% dei casi, evolvere in forme più gravi.
Intervista a Vincenzo Ficarra

In questo video, Vincenzo Ferrara (U.O.C. Urologia, Azienda Ospedaliera Universitaria del Policlinico Gaetano Martino di Messina) sostiene l’importanza, per i pazienti in sorveglianza attiva, di ricevere trattamenti dilazionati nel tempo. Di loro, circa l’80% riceve un intervento dopo 15 anni. Il peggioramento clinico e la paura della malattia sono fattori chiave nell’evoluzione.
La chirurgia robotica e mini invasiva è sempre adatta a ogni paziente?

Il Prof. Cosimo De Nunzio sottolinea l’evoluzione della chirurgia urologica, evidenziando l’impatto rivoluzionario della chirurgia robotica nel trattamento delle patologie oncologiche, come la prostatectomia radicale. Questa tecnologia consente interventi mini-invasivi, riducendo dolore e tempi di recupero. Tuttavia, egli avverte sull’importanza di una diagnosi accurata per giustificare l’uso della chirurgia robotica, che sta diventando il principale approccio nella gestione delle neoplasie urologiche e migliora il training dei giovani chirurghi.
Passione e paziente al centro: consigli ai giovani urologi

Il Prof. Cosimo De Nunzio enfatizza l’importanza di seguire le proprie passioni nella carriera medica, bilanciando la crescita professionale con la cura dei pazienti. Sottolinea il valore di un mentore nel percorso formativo e incoraggia i giovani urologi a investire in corsi di aggiornamento e opportunità internazionali, evidenziando come queste esperienze possano arricchire la loro carriera.
Il 75% degli uomini confonde l’ipertrofia prostatica benigna con l’invecchiamento

L’ipertrofia prostatica benigna (IPB) è comune tra gli uomini over 50, con circa 6 milioni di casi in Italia. I sintomi, come la nocturia, sono spesso trascurati. Il 75% degli uomini non ricorre a nessun trattamento, ritenendoli normali disturbi nell’invecchiamento. Il tabù culturale sulla visita urologica contribuisce a diagnosi tardive. È fondamentale promuovere la sensibilizzazione sulla salute maschile e l’importanza della diagnosi precoce, soprattutto per le categorie a rischio, per garantire trattamenti adeguati.
Nuove frontiere per il trattamento di ipertrofia prostatica e tumore della prostata

La gestione delle patologie prostatiche include condizioni benigne e tumore. Negli ultimi anni, nuovi farmaci hanno rivoluzionato il trattamento del tumore prostatico metastatico, migliorando significativamente la sopravvivenza. La sfida attuale è identificare il farmaco e la sequenza terapeutica ottimali. Per i disturbi benigni si punta invece a terapie personalizzate e approcci minimamente invasivi come stent endoprostatici e termoterapia, offrendo alternative alla terapia farmacologica tradizionale.
I limiti e le soluzioni per la ricerca italiana in ambito urologico

Il Prof. Cosimo De Nunzio, Editor in Chief della rivista “Prostate Cancer and Prostatic Disease” sottolinea il crescente contributo della ricerca urologica italiana, evidenziando un aumento significativo degli articoli provenienti da centri di eccellenza del Paese. Nonostante l’Italia si posizioni come leader in Europa, la ricerca presenta numerose sfide, come la necessità di maggiore collaborazione tra i centri e un uso più efficace delle risorse a livello nazionale.
L’intelligenza artificiale in urologia: pro e contro

Negli ultimi anni, l’interesse per l’intelligenza artificiale in medicina, in particolare in urologia, è cresciuto. L’IA può migliorare la cura dei pazienti analizzando grandi database e integrando dati clinici, radiologici e patologici per trattamenti personalizzati. In futuro, potrà supportare diagnosi e pianificazione chirurgica. Tuttavia, restano sfide riguardo la sicurezza dei dati e ai problemi medico-legali.
Sindrome metabolica: anche gli urologi possono ridurre il rischio cardiovascolare

La sindrome metabolica colpisce il 20-30% della popolazione europea e il 10-20% di quella dei Paesi in via di sviluppo. Si diagnostica a partire da almeno tre disturbi metabolici ed è associata a un aumento del rischio di malattie prostatiche, inclusi tumori aggressivi. Riconoscerla è cruciale per gli urologi, poiché il trattamento della sindrome metabolica può migliorare la gestione delle patologie prostatiche e ridurre il rischio cardiovascolare.
La relazione tra obesità e malattie prostatiche in Europa

Il Prof. Cosimo De Nunzio ha iniziato la sua ricerca sulla gestione dei disturbi urologici, concentrandosi su patologie prostatiche, incluse l’ipertrofia e il tumore della prostata. Un incontro con il dottor Steve Friedman ha segnato un cambiamento, portando a uno studio europeo sulla relazione tra obesità e malattie prostatiche. I risultati, che hanno generato oltre 100 pubblicazioni, evidenziano l’importanza dei fattori metabolici e dello stile di vita nella patogenesi di queste patologie.
Il tutor: una bussola per il futuro dei giovani medici

Trasferitosi a Roma per studiare Medicina, Cosimo De Nunzio è oggi Professore Associato all’Università degli Studi La Sapienza. Dopo aver scelto Urologia come specializzazione, ha proseguito la formazione in Inghilterra. Con il Prof. Chris Chappell ha infine avviato ricerche in Urologia funzionale che continua tuttora a Roma.